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sabato 24 settembre 2016

Cacasotto


-Ci ho pensato, penso che ti ucciderò.

-Eh? Ma che dici?

-Sì, non ho scelta, credimi.

-Ma...

-Non è più tempo per i se e per i ma, è deciso, altre vie non ci sono, del resto.

-Ma come? quando? E perché poi?

-Eh, adesso ancora non so, pensavo presto, entro fine mese. Il perché lo sai.

-Ma tu dimmi, dopo tanti anni in cui ci conosciamo, che fretta c'e'? Un mese in più che cambia?

-E' che devo farlo, è necessario, ci ho pensato bene, d'altra parte anche tu lo avevi capito negli ultimi tempi, non fare il sorpreso...

-Ho capito, ma non si può pensare a qualcosa di meno radicale? Voglio dire, mai uno schiaffo, o meglio: mai due schiaffi di fila, e poi di botto la morte, proviamo qualcosa di medio, che so: un fortissimo litigio, tre ore di tortura (non rischi neppure nulla, penalmente) o l'amputazione di un arto...

-Io in verità pensavo a una forma di morte ufficiale, con manifesti, corone e corteo, che però in qualche modo non ti impedisse del tutto di continuare a vivere.

-Ehhh? Ma che dici?

-Sì, insomma, sai bene che il modo si trova, lo fanno in tanti. Non è certo un problema, basta entrare nella logica della cosa.

-Nella logica di uno che muore e continua a vivere, sia pure in parte?

-Sì, come ti ho detto lo fannno in tanti, non se ne accorgerà nessuno, se muori ma continui a vivere; la gente ha altro a cui pensare, ognuno si fa gli affaracci suoi e noi potremo fare i nostri.

-Mah, che dirti? Mi sembra di prendere in giro le persone, farle soffire, non mi piace proprio. Non è superstizione, figurati, con te posso essere franco, hai appena deciso di uccidermi, siamo intimi adesso, ma è che non voglio infrangere certe regole sociali, e magari certe leggi. Non sono il tipo, e poi tengo famiglia. Lo so che morendo della famiglia finirei di preoccuparmi, ma come dici tu continuerei a vivere almeno per metà, quindi sarebbe davvero un problema, qualcuno potrebbe aver qualcosa da ridire, niente di più facile, è una cosa troppo grossa, verrebbe fuori con certezza...

-Uff, davvero non mi dai grandi scelte... Non ti facevo così cacasotto! Davvero sei indisponente, non collabori, non combinerai mai nulla nella vita ragionando così.

-Eh, che devo dirti, non che tu mi abbia consultato prima di decidere della mia morte eh! Senza contare che uccidendo me metteresti in grave difficoltà altre due persone come minimo...

-Ma lo sto facendo ora.

-Cosa stai facendo?

-Consultarti, no?

-Mi pare che tu mi abbia detto di volermi uccidere, non che tu mi abbia chiesto se io ho voglia di morire, tralasciando quella roba della morte ufficiale.

-Comunque ne sto parlando con te, non mi sono presentato con la pistola in mano e il cane alzato.

-Sì, ma adesso non vale, hai già deciso: anche un coma profondo di sei anni potrebbe essere accettabile, se tu me lo proponessi, in rapporto alla morte. Adesso tutto perde senso, come si può valutare una proposta quando
l'alternativa è morire?

-Non so davvero che dirti, non capisco perchè tu non voglia fare una cosa che fanno tutti, comunque ci penso su. Mi costringi a cambiare piani...

-Uhm, ma mi uccidi o no?

-Ti ho detto che devo pensarci.

-Prima eri certo di doverlo fare, hai cambiato idea?

-Sai, uno parla, si confronta, nascono nuove soluzioni.

-Be', fortuna che ne abbiamo parlato allora...

-Già, ma ancora non so, non ci sono grandi alternative in ballo, te l'ho detto.

-Siamo di nuovo lì, non so che dire. Hai detto che devi pensarci, qualcosa c'e' allora. Se non ci fossero alternative, ci sarebbe ben poco a cui pensare.

-Non so, ora ci penso, chiedo, vediamo, non sono chiuso a proposte di terzi.

-Terzi... qui siamo in due e ti ho proposto io una cosa, ma non vorrei che ora si pensasse che io godo a farmi tagliare il braccio sinistro.

-Non è questo il punto, il sinistro o il destro, la situazione è complicata e va affrontata in fretta, altrimenti si rischia, così non si può andare avanti.

-Ok, ma io che faccio? Vado avanti, io?

-Vedremo, insomma.

-Ma devo saperlo...

-Quanta fretta.

-Fretta io?

-Insomma, ho chiesto cose ad altri, per valutare per bene, sto aspettando anch'io una risposta...

-Aspettiamo di sapere se devo morire.

-Ora non mi dirai che non puoi aspettare...

-... e vivere bene lo stesso? Certo che no, posso eccome...

-La vita non è facile.

-Non dirlo a me, e poi è anche cagionevole, parrebbe...

-Magari si pensano altre cose, ma devo vedere, le cifre cambiano, le prospettive anche.

-E uno magari vive ancora, con una gamba sola.

-Sì, se non vuole vivere da morto ufficiale, può essere. Se uno ha paura di tutto!

-Magari anche di morire eh?

-Morire, morire, cha parolone... Morire ma vivere, vivere da morto insomma, vivere e no, ma vivere, certo non come se fossi vivo, ma nemmeno come se fossi morto! E' difficile da dire, ma da fare è facile!

-A sentirlo non si direbbe facile, e comunque è sempre un po' morire...

-"Tutti ci aspetta un'unica notte".

-Bella, è tua? non mi pare, comunque può ancora aspettare un po' questa notte unica, che dici?

-Non è escluso.

-Ma neppure certo.

-Infatti, aspetto risposte, devo fare un incontro, vedere due cose.

-E io aspetto.

-Vai avanti come prima, che cambia?

-Cioè, scusa?

-Be', tutti dobbiamo morire, fra due minuti o fra quarant'anni [si sfiora le parti intime con gesto malaccorto], e non sappiamo quando accadrà, ma non per questo ci fermiamo e restiamo in attesa, no?

-Che dire? Hai ragione, tuttavia io sono per chiudere le cose, non dico in fretta altrimenti oggi sarei già morto da un po', ma in tempi meno che biblici.

-Biblici eh? La religione aiuta a vivere.

-Intendi dire che potrei averne bisogno?

-Ancora non so, devo fare un incontro, parlare, avere risposte, vedere due conti.

-E io aspetto.

-Come tutti.

-Quindi sei Dio.

-Non dire eresie, il paragone non regge. La vita è così.

-La morte potrebbe essere meglio, dopotutto.

-Non so, devo pensare, vedere due persone, aspetto una risposta.

-Da Dio?

-Ma che dici, sai com'è la situazione, la conosci bene.

-Aspettiamo quindi. Fino a?

-Devo vedere due cose, fare un discorso, te l'ho detto.

-Ah ok. Aspettiamo.

-Non c'è altro da fare.

-Ma sino a quando più o meno?

-Non so, devo vedere e fare cose, cosa cambia? Devi ragionare nel medio-lungo, porca vacca.

-Uno che forse muore domani deve ragionare nel medio-lungo?

-Ma tutti siamo appesi a un filo.

-Si ma il mio ce l'hai in mano tu e le forbici sorridono scintillanti dal tavolo poco distante.

-I dettagli non sono importanti.

-Ma i tagli possono esserlo...

-In ogni caso presto vedremo.

-Ma darmi un'idea?

-Devo vedere gente, fare due calcoli, aspetto una risposta.

-Ah ok. Aspettiamo.

-Bel sole oggi eh?

-Eh sì, ci voleva, è un po' troppo afoso ma non lamentiamoci.

-Già. Certo Zaza come lo ha tirato quel rigore eh?

-Mah. Comunque la Germania ha giocato un filo meglio, dopotutto.


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VAR

La VAR o moviola in campo, che quest'anno partità a livello di sperimentazione anche in serie A (ogni settimana due soli match), così come è strutturata è ovvio che non va bene.
Tanto per dire: puo' essere attivata solo dall'arbitro in campo, che quindi può ignorarla in certi casi.
La moviola in campo, pensata in modo tale da non riguardare tutti gli aspetti del gioco ma solo 5 o 6 ben definiti, e pensata anche in modo tale da non creare ssospensioni del gioco e del giudizio superiori a pochi secondi, per essere equa dovrebbe contemplare questi principi guida, perlomeno:
-le immagini di cui dispongono gli arbitri in cabina devono essere poi girate a tutte le tv
-queste immagini devono essere riprese e gestite da ente terzo
-l'intervento della moviola in campo deve essere a richiesta di uno dei due team o di entrambi (per un numero di volte prefissato) e non solo dell'arbitro.
E poi, di grazia, mettiamo anche i time-out. Uno per tempo a testa (se attivato), durata anche solo 60'', mai negli ultimi 10'. Se poi facciamo pure il tempo reale, fermando il gioco solo per alcuni definiti episodi (es: barella in campo; sostituzione; rigore) facciamo 31 e non solo 30.
Riusciremo a vincere la resistenza delle cosiddette grandi squadre all'introduzione di una VAR degna di questa nome?

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giovedì 22 settembre 2016

Come previsto, Renzi annaspa

Davvero pessima la prestazione di Renzi a Otto e mezzo. Come del resto pessima è stata la sua azione di governo dall'inizio ad oggi. Penosa addirittura, quando un premier per ribattere a un'osservazione del direttore di un giornale risponde non nel merito ma dicendo che il giornale vende meno (tra l'altro, falso): all'estero una cosa così farebbe ridere, se fossero in grado di comprenderla. Il solito rosario di bugie, alle quali Travaglio ha opposto il muro dei numeri e dei fatti. Verso i tre quarti della puntata, Travaglio, infastidito, ha inferto 3-4 colpi al cuore al premier eletto da nessuno, specie quando ha dato a Renzi del bugiardo dicendo che tutti i politici che mentono dovrebbero dimettersi, a cominciare da lui (testuale!), o quando gli ha dato del "bomba", o quando gli ha ricordato che mentre lui chiedeva le dimissioni di chiunque abbia mentito (da Muraro dei 5S a Sala del PD) il PD stesso decideva di non far dimettere nessuno dei suoi indagati (decine e decine), anzi di mandarli, se passa la schiforma, in Senato! Penosa la solita bugia sui dati del Jobs Act, dell'Expo e del Bicameralismo che resta invece che sparire; assurda la premessa sulle ragioni del no alle Olimpiadi di Raggi.  Davvero l'Italia è l'unico paese al mondo in cui un premier anzichè rispondere ai rilievi di un giornalista, peraltro corretto, documentato e professionale, arzigogola, si arrampica sugli specchi, la mette sul personale e spare balle spaziali, come quella dei 500 milioni di risparmio garantiti a suo dire dalla riforma (la ragioneria dello Stato li ha stimati in 50-60, non 500, quindi una bazzecola). Una sola cosa hanno in comune Travaglio e Renzi: nessuno li ha eletti.
In tutta sincerità, anch'io stasera avrei saputo rispondere a tono a Renzi, tanto sono state prevedibili, scontate, stupide e spesso false le sue argomentazioni; di certo Travaglio ha fatto molto meglio, ma davvero a trovare il verme nella mela di ogni suo discorso ci sarei riuscito pure io, e non penso per meriti miei, dopotutto.

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Sangue freddo

 

SANGUE FREDDO

Sento strani discorsi dopo lo 0-2 di Bologna, gara nella quale peraltro, per la prima volta quest'anno, non siamo riusciti ad esprimere un gioco accettabile se non per 20'. Non abbiamo un fatturato di 350 milioni, ma di 35. Non abbiamo bacini di utenza immensi paragonabili a quelli di Juve, Manchester, Real, Barca o quote di diritti tv fantasmagoriche. Non possediamo quotidiani, tv, grandi imprese. Non siamo in grado e non eserciteremmo mai influenze di vario tipo. Non abbiamo alla presidenza grandi Padri della Patria o Encomiabili Imprenditori. Semplicemente, giochiamo a calcio. Coi nostri valori, con la nostra fantastica maglia, con la stessa gioia di quando negli anni '60 in sala trofei non c'era nulla.

Abbiamo rivoluzionato parecchio la rosa, in estate: ci vuole tempo. Ciò nonostante Giampaolo ci ha già dato un'impronta definita di gioco in due mesi. Non abbiamo in rosa campionissimi affermati del "valore" di 50-100 milioni cadauno e con stipendi di 7-10 milioni annui, mi pare che il nostro stipendio maggiore sia 1,2. Abbiamo una serie di giovani promesse, potenzialmente talentuosissime, ma appunto ancora promesse. Potrebbero esplodere, ma ci vuole pazienza e tempo.
Non abbiamo speso 100 milioni di euro per costruire una squadra da primi tre posti, e nemmeno 50; non li abbiamo, e di certo non ci indebitiamo come hanno fatto negli ultimi anni Parma, Lazio, Milan, etc. Non intendiamo fallire e noi, se fossimo in difficoltà, falliremmo in due secondi, non avremmo reti di salvataggio nazionali...
L'obiettivo, oltre a quello di divertirci e divertire, e di onorare i colori, la città, la regione, quest'anno è la salvezza tranquilla; se possibile la colonna di sinistra. Quel che verrà in più, verrà. Lo scopo è divertirsi e crescere.

Al momento, dopo aver giocato un bel calcio a Empoli e con Atalanta (6 punti), abbiamo giocato un primo tempo magnifico a Roma, soffrendo poi molto nella ripresa, e una bella partita (migliore degli avversari) col Milan: 0 pti, per via anche di due errori arbitrali piuttosto chiari.
Poi ieri sera abbiamo per la prima volta giocato maluccio e, comunque con la complicità di un'autorete e di un'interpretazione discutibile dell'abitro, meritatamente perso (0 pti).
Cinque partite, 6 punti. Ne avremmo meritato 8-10. Ma non 15. 10 sarebbero stati eccezionali, dato quel che ho spiegato sopra. 6 sono comunque buoni, sebbene si sia a secco da 3 match.

Solo per chiarire, eh. I risultati si giudicano a metà anno e poi a fine anno e vanno sempre rapportati alle risorse impiegate e ad altre variabili, non si possono mai giudicare in assoluto: non avrebbe alcun senso. Un ottavo posto preso spendendo qualche milione vale come uno scudetto preso movimentando centinaia di milioni, anzi di più. Se la Juve o il Barcellona, con la potenbza economica e di altro tipo che hanno, arrivano seconde, falliscono la stagione (così dicono loro per primi, specie la Juve), se il Milan e l'Inter stan fuori dalle Coppe pure, se noi quest'anno arriviamo ottavi-decimi è davvero un bel risultato. Non puoi pretendere i risultati di chi ha fatturati dieci volte maggiori. Il calcio è talento, capacità dirigenziale, buona sorte, ma ci vogliono i soldi. Un ottimo dirigente con 2 spicci può fare grandi cose ma non miracoli; un dirigente bravino con paccate di milioni a disposizione e una forza di mercato preponderante può vincere tutto.

Perfettamente sereni e felici (blucerchiato è sinonimo di felice), andiamo avanti, ci aspetta una trasferta che per noi è spesso stata molto ostica, per quelle cose extra logica che non si possono spiegare. Ma davvero non abbiamo paura, d'altra parte per non perdere un metodo ci sarebbe: non giocare. Ma a noi sgambettare su un prato verde con addosso l'arcobaleno interessa proprio!

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mercoledì 21 settembre 2016

La buona politica

Traduzione per i non ipocriti (servizio gratuito):
-Ce ne sbattiamo dei poveracci  che muoiono come mosche  in fuga da guerra persecuzioni e miseria perché  assumere adesso le decisioni che servirebbero per salvarli ci farebbe perdere le prossime elezioni.-
Bello eh? Ha pure il coraggio di dirlo senza che nessuno si indigni.
Quindi migranti morite pure nel Mediterraneo ché noi leader (?) europei c'abbiamo le elezioni.

"La verità - confessa [Renzi] in uno sfogo - è che manca la volontà politica di trovare una soluzione all'ondata migratoria nel Mediterraneo". Una circostanza che il capo del governo italiano attribuisce anche alla complicata congiuntura internazionale: "Siamo quasi tutti sotto scopa elettorale, in Germania, in Francia e anche noi abbiamo il referendum..." Come dire, ciascuno dei leader protagonisti non vuole entrare in rotta col proprio elettorato.


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sabato 17 settembre 2016

Galateo del nuovo millennio (e di quello vecchio)

Se una donna scrive un'opinione che non ti garba, zittirla subito con frasi tipo escile o zitta brutta trXXX o sucxxxxxx sto cxxxx, assolutamente senza entrare nel merito di quel che ha detto, ché tanto è una donna, da quando in qua una donna dice cose che hanno un senso per chi donna non è?

Se un uomo scrive un'opinione che non ti garba, zittirlo con frasi tipo zitto froXXX o che caxxxo vuoi brutto strxxx?, ciccione di merd@ o altro a piacere, magari sfrtuttando un suo presunto difetto fisico (nano, storto, zoppo, col coso corto) senza entrare nel merito di quel che ha scritto.

Se un uomo nero scrive un 'opinione che non ti garba zittirlo con frasi tipo tornatene a casa tua neXXX di meXXX, cosa vieni a fare qua a rubarci il lavoro, senza entrare nel merito (evitare qui il discorso del coso corto).

In ogni caso mai cercare di capire cosa il tuo interlocutore ha detto e mai provare a controbattere in maniera argomentata e civile, ché qui non abbiamo tempo da perdere.

E non dimenticarsi di condire il tutto con espressioni vintage tipo viva il du**, o "a noi" o evergreen tipo l'italia agli italiani o il bellissimo prima gli italiani. Aggiungere un pizzico di sani sessismo/razzismo/omofobia e non mettere tutte le h davanti alle voci del verbo avere.
Se poi muore una persona Y, darle addosso senza ritegno con offese generiche, anche se magari è morta anche in conseguenza di simili offese ricevute in passato a pacchi di 1000 per volta.

Chiudere con un quando c'era lui i treni erano puntuali (anche quelli per i campi).

Adesso potete scendere a pisciare il cane, ovviamente senza guinzaglio, museruola e sacchettino per raccogliere i cadeau al cioccolato dell'amico a 4 zampe. Non dimenticate di guidare a caxxo, senza cintura e assicurazione e telefonando o mangiando nel frattempo, evadere le tasse che si possono evadere, parcheggiare in doppia sempre e comunque, passare davanti alle persone in fila alle poste o al market, delegittimare gli insegnanti agli occhi di vostro figlio, minacciare una causa legale per i più futili motivi, molestare i vicini di casa con comportamenti belluini, buttare cartacce per terra, suonare il clacson senza motivo in pieno centro, rompere le palle al prossimo in tutti i modi umanamente possibili e, qualora qualcuno osi lamentarsi replicare con tono arrogante cosa caxxo vuoi scimmia io pago le tasse e e faccio quel che mi pare. Se poi in tasca avete un coltello o una pistola, usarla non appena se ne presenta la necessità senza indugio (una precedenza non data, uno sguardo di troppo, ecc).

D'estate girare a petto nudo e peli fluenti in pieno centro (per le donne: con due mezze natiche a prendere aria), urlare tutto il giorno sulla spiaggia, giocare a palla sulla battigia fregandosene dei divieti, dire a una donna che è stata violentata che vestita com'era se l'e' cercata e se per caso aveva uno scafandro che comunque doveva stare attenta e non uscire da sola, non pagare il biglietto del bus, adornare i muri delle case con graffiti che rivelano per intero la vostra pochezza cerebrale, scaricare divani sfondati, tivù al tubo catodico bombardate, mobili ed elettrodomestici morti accanto ai cassonetti, sui marciapiede, nottetempo, andare a scaricare la monnezza nel comune vicino se il tuo fa già la differenziata, picchiare una persona solo perché tifa per una squadra che non è la tua, scrivere indegne minchiate sui social e poi fingere che ti hanno violato l'account o che hai un social media manager che è impazzito o che scherzavi e non credevi, votare sempre gli stessi politici che tanto non cambierà mai niente o meglio non andare a votare che tanto rubano tutti, sporcare prati e boschi, trattare tutti con estrema confidenza e cafonaggine per fare il simpatico, distorcere il passato e mentire sempre e comunque.

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La morale è sempre quella...

Serenamente perdo due partite in 5 giorni, una per un gol al 92', una per un gol all'86'. Il primo su rigore farlocco, il secondo su errore sfortunato di un nostro giocatore. Due partite che come gioco avrei potuto vincere, a ben vedere. Ok: è il gioco, la sfortuna è un elemento.
Quel che non dovrebbe esserlo, invece, sono gli errori sospetti dei direttori di gara. Ho detto errori sospetti, non errori. A Roma la perdo su un rigore burla. Per non parlare di altri tre comportamenti dell'arbitro che sono da censurare.
Col Milan stasera sarebbe potuta finire 1X2 anche se obiettivamente s'e' giocato di più noi e si sono avute più occasioni, tra cui un palo sanguinoso. Ma anche qui qualcosa che disturba:
1) Torreira subisce 5 falli in 27' e non ci sono gialli per il Milan: ce ne stavano almeno due. I gialli ti condizionano, cambiano il match. Noi a San Siro abbiamo quasi sempre il centrale ammonito nei primi 30'. Niang meriterebbe il giallo nel primo tempo con tutta evidenza: graziato. E fanno 3 gialli mancati.
2) Ci viene annullato un gol di Barreto assolutamente regolare. Poi ci viene annullato un gol di Muriel per tocco di braccio, che in effetti c'e', ma si vede solo al replay, ok. Ma quello di Barreto era gol. L' anno scorso, guarda caso, col Milan, ci viene annullato un gol di Dodò che c'e'! Quando io dico che c'e', c'e'. Insomma, per fare un gol al MilaN, dobbiamo farne almeno tre, pare.
3) Poteva starci un rigore per il Milan, non nettissimo, verso la fine, sullo 0-0. Non nettissimo, ma rigore all'80%. Un rigore di quelli che a noi non danno, eh sia chiaro.
Ma se tu dai tre gialli al Milan nei primi 45' e poi ci dai il gol che c'e', la partita cambia; poi dai pure il rigore al Milan, se proprio credi..., ma magari noi stiamo già sul 2-0...
La morale è sempre quella, la penso e la dico da 40 anni: fino a quando la carriera di un arbitro dipenderà dagli eventuali errori che potrebbe fare a danno dei club più influenti, le partite non saranno mai regolari, perché l'arbitro, tutt'altro che sereno, deciderà sempre, in quel decimo di secondo, nel modo meno pericoloso per se stesso.

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venerdì 16 settembre 2016

Una distinzione sottile ma fondamentale; anzi, nemmeno tanto sottile

Ecco perchè non sempre un politico indagato deve dimettersi. In questo caso era in corso un'indagine, non c'era ancora il rinvio a giudizio, il reato non sarebbe stato grave e, soprattutto, l'indagine, era nata da un esposto di un senatore Pd. Sarebbe troppo facile far dimettere uno con un esposto (non parlo di questo caso, ma in generale). Altre volte, invece, potrebbe non servire nemmeno un'indagine per pretendere che un politico si dimetta. Esempio? Un'intercettazione che rivela in modo inequivocabile un suo comportamento eticamente ancorchè non penalmente insostenibile.
Questa distinzione non l'ha chiara (o fa finta di non averla chiara) quasi nessuno.
Il caso del sindaco di Parma ci serve per fare questa precisazione.

Teatro Regio, il gip archivia Pizzarotti
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2016/16-settembre-2016/nomine-teatro-regio-gip-archivia-pizzarotti-240903783543.shtml

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domenica 11 settembre 2016

Marotta col budget del Chievo

Al di là del fatto che è la Juve, e quindi non deve certo temere ostacoli che invece tante altre mettono in conto (e aggiungo: purtroppo), non vedo cosa ci sia da stupirsi se gioca bene, spesso molto bene, e vince quasi sempre, se non sempre.

Anche il fatto che ieri in 27' abbia schiantato il Sassuolo ci sta.
So benissimo che non sempre chi ha i soldi riesce a costruire squadre da scudetto (es: l'Inter di Moratti ottenne ben poco per anni, in rapporto al denaro investito), ma di sicuro chi non li ha non può farlo, inutile menare il can per l'aia. Ed è anche ovvio che Ibra va al Milan e non al Lecce non per la bellezza della città o la bella faccia del dirigente o per il calore del pubblico ma, fondamentalmente, per i soldi dell'ingaggio e la possibilità di vincere un trofeo.
La Juve, oltre ad avere dirigenti capaci, una notevole struttura societaria, una forte mentalità vincente, ha un fatturato stellare, che gli permette di ingaggiare e strapagare i giocatori migliori. Quindi, perché stupirsi? Una società che fattura un ottavo di quello che fattura la Juve non può giocarsi lo scudetto, ma non perché i suoi dirigenti sono meno capaci; perché mancano i soldi. Un Chievo quest'anno non vincerà il titolo, ma la colpa non è della minor bravura dei suoi dirigenti... Che magari sono pure meno bravi, ma non è certo questa la discriminante.

Sarebbe davvero interessante (e più giusto) se alla serie A partecipassero società con limiti di spesa, di numero di compravendite/anno e un'ampiezza di rosa definiti e uguali per tutti, al di là di un piccolo spread legato al bacino di utenza: allora sì che conterebbe solo, e non anche, la bravura del dirigente, quella del calciatore, e quella dell'ambiente. Allora sì che diventerebbe decisivo saper acquistare un calciatore quando ancora deve esplodere e costa 3 milioni e non sai se val la pena investirli o no, e non quando è già uno dei migliori al mondo, costa 80 e guadagna 8 l'anno. D'altra parte in Formula 1 partecipano solo vetture con uguale cilindrata...

Oggi, invece, a parità di bravura, il denaro comanda. Lo scudetto possono vincerlo solo tre o quattro squadre, quelle con più soldi, inutile girarci intorno.
Ogni tanto tenetene conto. Non vincete, voi juventini o interisti o romanisti o napoletani, perché siete stati più bravi a scegliere i dirigenti migliori o i giocatori più forti, ma perché le disponibilità finanziarie vi consentono di pagare ingaggi stellari ai giocatori più forti e già formati, senza dover puntare sui giovani individuandone con bravura il talento futuro. Poi è ovvio, se la Juve vince e il Milan no, a parità più o meno di quattrini, la differenza la fa magari Marotta che opera meglio di Galliani O Higuain che gioca meglio di Bacca o la mentalità vincente; ma fra una Juve e un'Udinese la differenza la fanno o solo o in maniera assolutamente preponderante i quattrini.

Marotta col budget di un Chievo non lo vince lo scudetto; ma, essendo capacissimo, probabilmente arriva nono, che per un Chievo è storia. Ma scudetto: no no no :-)
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sabato 10 settembre 2016

E' meglio vincere o perdere?

 

E' MEGLIO VINCERE O PERDERE?

Vincere diverte eccome, diverte a pelle, al primo botto. Ti esalta, opacizza le difficoltà, rende più flebile il dolore di vivere, stende petali di rosa sul prato dell'avvenire, ti fa credere che tutto sia possibile, che basta provarci. Gli ostacoli che sono dietro l'angolo ti sembrano poca cosa, sei positivo, ottimista, irrefrenabile.
Chi non direbbe che vincere è meglio che perdere?

E' chi vince che urla di gioia, si abbraccia, salta, intona cori, apre bottiglie, ordina pasticcini. Chi perde riflette, o si arrabbia. E comunque non ha voglia di far baldoria, al massimo si rasserena in poco tempo, ma senza coriandoli e tappi che saltano.

Poi nella vita ti accorgi che quando fai sport, o segui i tuoi beniamini farlo, perdere è bello, e insegna molto di più, pur restando sempre bello anche vincere.
Cioè, non fosse che i tre punti servono, perdere sarebbe meglio di vincere, non ho dubbi (arrivare a 30-40 anni serve a tante cose), pur potendo vincere di tanto in tanto, tanto per vedere l'effetto che fa e giusto per dare un senso agli sforzi, specie a chi ha bisogno di un senso per farli, ché non tutti ci riescono altrimenti.

Insomma un merengue, un blaugrana, un bianconero, un bavarese si divertono, certo (non parlo del bel gioco che diverte: il bel gioco lo faceva anche il Chievo di Del Neri, molte squadre di Zeman, etc), perchè vincere diverte, ma secondo me si diverte più un viola, un laziale, un cagliaritano, un genovese: perchè lo juventino, il madridista, il catalano guardano un film e sanno già come va a finire, in genere, gli altri hanno il brivido puro dell'1 X 2, oltre a tutti gli altri piaceri del bel gioco, del senso di appartenenza etc. E poi i primi hanno la storia alle spalle che li spinge, la tradizione, l'abitudine e tutto a favore e quasi niente contro, tutto liscio, il trascurabile sempre enfatizzato, il brutto minimizzato, insomma un tappeto rosso sul pavimento della vita sportiva, al lordo di qualche inciampo sempre possibile quando il tappeto si ingrippa.

Non parlo poi dell'appartenenza territoriale, che spesso per i "grandi club" (grandi nel sendo di ricchi) esiste molto meno e per pochi, avendo più seguaci sparsi in tutta la nazione, e anche l'appartenza territoriale, ragazzi, dà gioie incredibili, a prescindere dal risultato, che molti juventini, merengue, blaugrana etc non conoscono. Ma, lo so, si consolano girando per la sala trofei, nulla da dire, ognuno la vede a suo modo, io la vedo nel mio, e modestamente penso sia quello giusto! Io ci vado di rado in sala trofei (prima del 1985 non l'avevo neppure, al suo posto c'era una stanza ripostiglio con qualche Viareggio importantissimo), quando ci vado ci metto meno tempo a girarela tutta, ma così ho più tempo per pensare e scrivere post come questo!

(img: freepik com)


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Allenatori sulla giusta riva del Bisagno

Zenga era ed è sampdorianissimo (oltre che interista e bandiera Inter), uno di noi. Lo ha scelto Ferrero, lo ha segato Ferrero. Ha fatto bene? Non benissimo, ma si era all'inizio. Ha fatto male? Non si può dire, si era all'inizio, come ho detto. Abbiamo di lui ricordi incredibilmente ottimi come calciatore, buoni come allenatore, a parte il primo passo, ma capita.
Mihajlovic mi piace per come gestisce l'aspetto caratteriale del gruppo. Ma sapevo che aspira sempre quindi fermo non sta, da questo punto di vista inaffidabile, lo capimmo già quando giocava per i nostri colori. Che poi aspirare sempre lo porti più in alto, è da vedere.
Montella è una brava persona e un bravo allenatore, è Samp in pieno. La sua filosofia di gioco mal si sposa ad entrare in corsa, a stagione avviata. Poi non so, il Milan lo ha chiamato e lui è andato, ok, a Ferrere andava bene così.
Giampaolo, che come Del Neri, Zeman e qualcun altro apprezzo da tempo, è l'uomo su cui puntare almeno 4-5 anni. Ce la farà Ferrero? Dal punto di vista umano Giampaolo è Samp. Anche la faccia è tremendamente Samp. Senza un progetto medio lungo non ha senso. Giampaolo sa, insegna, ha idee chiare, ha valori importanti e tutti da sempre ben accetti in casa nostra.

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mercoledì 7 settembre 2016

Juventini, finitela di prenderci per il culo; grazie.

Da alcuni anni metà degli Italiani sta prendendo per il culo me e l'altra metà.
Parlo del 90% dei tifosi della squadra di calcio della Juventus, che sostengono in sintesi queste teorie:
a) Calciopoli non è esistita, si tratta di un complotto dell'Inter o di chissà chi per danneggiare la Juve
b) è esistita ma il vero colpevole è l'Inter, la Juve fece nulla o poco
c) la Juve era più forte avrebbe vinto comunque
La prima è negare l'evidenza, la seconda è negare l'evidenza e cercare di giustificare quel che si è fatto con l'affermazione che anche altri lo hanno fatto (notare: anche), la terza è "e allora perché compravi le partite se eri più forte"?

Francamente, la cosa mi ha stufato.
Io ho letto tutte le intercettazioni dell'epoca. Un terzo di quelle sarebbe stato sufficiente, in base alle leggi attuali (che non approvo perché puniscono i tifosi e non i dirigenti, ma che finché ci sono devono essere applicate), per radiare la Juve o per sbatterla nei dilettanti. Nel mio mondo i dirigenti avrebbero fatto la galera, ma le leggi dicono che se Mr. X ruba e lavora per la squadra Y, a pagarla sono i tifosi della squadra Y. Anziché radiazione, fu solo retrocessione e revoca di due scudetti. A me non interessa chi dice ma anche l'Inter, ma anche mio nonno: io non so se l'Inter fece cose illegali, se le fece vorrei che fosse punita, ma se non ci sono prove o se intervenne la prescrizione non so che farci (la prescrizione è pure quella bella cosa che salvò la Juve dal processo per doping, cerchiamo di ricordarcelo, altra bella vergogna). Io so che le prove contro la Juve c'erano ed erano I-M-M-E-N-S-E. E grazie alle intercettazioni non ho dubbi, come invece avrei avuto in un processo senza intercettazioni.

Non è colpa dei tifosi bianconeri, ovvio, se quei dirigenti compravano le partite, anche se chi oggi nega è complice, perché negare l'evidenza è da idioti. Il gruppo di dirigenti di allora falsò clamorosamente, scientificamente e vergognosamente interi campionati (aggiungo io: chissà quanti, oltre ai due esaminati, ma questa è una mia personale, sebbene comprensibile e ragionevole, opinione). La colpa è di quei dirigenti marci e corrotti, e di chi fra Federazione, arbitri, giornalisti partecipò a quello schifo. Si taroccavano le partite, le designazioni, i cartellini gialli e rossi, perfino le moviole alla tivù!!! Per anni io e moltissimi altri tifosi abbiamo assistito a partite truccate, siamo stati presi per il culo, truffati. E, ripeto, le intercettazioni sono inequivocabili e, per loro stessa natura, incontestabili. Queste persone non hanno nulla a che fare con lo sport.
Negare è da idioti. Dire che però l'Inter se l'e' cavata può essere vero come no. Che ne so io? Puo' aver comprato le partite anche la Roma, il Chievo o mio zio, ma io giudico di quel che so, delle prove, non di aria fritta, e in ogni caso se io rubo e vengo beccato io devo pagare, anche se, poniamo, il mio vicino di casa ruba e la sfanga. E sul fatto che i dirigenti di quel periodo alla Juve taroccassero le partite non ci sono dubbi, oltre a esserci sentenza.
Fateci un favore , finitela di rendervi ridicoli.
I dirigenti di oggi, ogni volta che cianciano di 34 scudetti o difendono i dirigenti di allora, dimostrano per ciò stesso idiozia e complicità, quantomeno ideale, con quei figuri. E lo stesso i tifosi.

Anche a me scoccerebbe parecchio se per colpa delle truffe di un dirigente della mia squadra mi levassero una coppa vinta sul campo: sarebbe terribile. Ma io, di fronte a prove schiaccianti, me la prenderei con quel farabutto, non con le altre squadre...
Se un dirigente della mia squadra facesse una roba simile, io lo aspetterei sotto casa.
Se un dirigente della mia squadra avesse fatto una roba del genere, la mia squadra sarebbe stata radiata o spedita nei dilettanti, altro che B. Il Genoa finì in C per aver tentato di comprare una partita. Tentato e una, non riuscito e decine.

Quanto alla richiesta di risarcimento di 444 milioni che la Juve vorrebbe vedersi pagare dalla Federazione e da chissà chi per il danno di immagine subito, richiesta che ieri è stata per l'ennesima volta respinta, dico solo una cosa: ma siete fuori di testa o cosa? Dovrebbe la Juve, e ancor meglio quei dirigenti personalmente, pagare 1000 milioni a noi per aver gettato merda sul nostro campionato.

Davvero non ne posso più, siete assurdi. Informatevi. Curatevi. Non so che dire. Purtroppo ci sono le prove, per due anni i vostri dirigenti hanno comprato i campionati. Per due anni, è dimostrato... Se anche altri hanno partecipato al magna magna e l'hanno sfangata, è male, ma a voi che vi toglie? voi avete rubato, voi dovete pagare. Pensare a un risarcimento è follia.
I tifosi che prendono atto di questo e con la morte nel cuore odiano i marci e corrotti che hanno fatto questo scempio, non hanno colpe e hanno la mia assoluta simpatia e solidarietà. Gli altri, si fottano.

Io andavo allo stadio, il lunedì al bar dicevo però questa cosa non mi torna, questa neppure, e tutti a dirmi eh, sei sempre a lamentarti, hai perso e basta, son più forti. E' vero, erano più forti. Ma baravano. E noi eravamo costantemente presi per il culo, dai dirigenti Juve, dagli arbitri, dai giornalisti e dagli uomini della Federazione che taroccavano tutto, e anche da quelli della Fiorentina che all'ultimo provò a farlo per un malinteso senso di difesa, e da quelli del Milan, della Lazio, della Reggina, etc. Se il Milan, la Lazio e la Fiorentina hanno pagato poco, è stato per far pagare poco anche la Juve: secondo voi come avrebbe preso mezza Italia una Juve nei dilettanti?
Che schifo.

Togliete quel 34 che fa ridere i polli, smettete di cianciare, se provate rabbia rivolgetela contro chi vi ha gettato merda addosso, a voi e a noi.
E quanto ai ricorsi, sarebbe ora che chi chiede un risarcimento di X milioni e perde, perché il ricorso è talmente infondato da far ridere, pagasse lui questi X milioni: qualcuno ci penserebbe un po' prima di fare il gradasso in tribunale forte dei suoi soldi e del suo potere.
io non tifo Inter, né Roma, né Torino, né Milan... Io amo lo sport, odio i corrotti, mi sta sulle palle già la cosiddetta sudditanza -quella dei conigli, per capirci-, non penso che vincere sia l'unica cosa che conta (frase da vomito), e mi sono stufato di chi nega l'evidenza perché mononeuronico o disonesto o disinformato o partigiano.

I tesserati che parlano e scrivono 34 o che con parole o atti negano sentenze di quel mondo sportivo che però quando assegna loro uno scudetto è ok, andrebbero multati, mi pare ovvio. Invece qui tolleriamo queste carnevalate da anni. La legge non è uguale per tutti, evidentemente.
Ho tanti amici juventini, ma questo che c'entra?

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Propaganda di regime

Da giorni i media hanno come prima notizia Roma, Raggi e i 5 Stelle. Per carità, Roma è la capitale (ma lo era pure quando era governata da zozzoni eh) e i 5S hanno fatto qualche errore (errore, non scempi tipo pd e destre eh), sono ingenui, alle prime armi (ma fino a prova contraria pulitissimi) ma di Sala che a Milano ne fa di ogni non sento mai nulla, sui media (servi): strano! Quando dai importanza eccessiva a una notizia secondaria e ci batti per giorni e giorni ossessivamente, trascurandone di più importanti, vuol dire una sola cosa: sei servo e fai propaganda. Che poi Il PD dia lezione ed enfatizzi errorini quando prima di Raggi a Roma hanno fatto tante belle cose (ehhh), colora la vicenda di una nuance di grottesco.

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sabato 3 settembre 2016

Tutto ha un prezzo

Tutto ha un prezzo, anche la vita: è la morte.
Anche la libertà di espressione, quindi. Non vi può essere democrazia se non c'e' libertà di espressione. Il prezzo da pagare qual è? 
Una vignetta difficile da capire o magari bruttina.
Ma anche un pezzo satirico crudo, che fa male come un pugno nello stomaco.
E anche politici che offendono i cittadini del Meridione, politici che offendono coloro che non hanno un'orientamento eterosessuale, o politici che fanno affermazioni false solo per ingannare le persone.
Tutto ha un prezzo.
Poiché accettiamo come prezzo inevitabile queste ultime cose, possiamo anche accettare una vignetta grandemente significativa (anche se non per tutti facile da capire), sebbene un po' cruda.
Se accettiamo che un senatore annunci di volersi pulire le nobili natiche con la nostra bandiera, e che un altro definisca orango un ministro di colore della Repubblica, e che un altro spacci per risparmi determinati dalla riforma della Carta 500 milioni quando al più saranno 57, possiamo sopportare quei talentuosi e scostumati mattacchioni di Charlie.

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O vegano

O mio vegano succhiati un cardo
io sono a cena da chef Riccardo;
fatti l'amore col ravanello
che io mi mangio un coniglio bello;
coccola fiero di soia la fettina
io preferisco 'na gran fiorentina;
adoro salsicce salami e prosciutti
il tofu e il tempeh mi paiono brutti;
seitan mi dà tan un occhio ti cade
sul ragù di nonna: Satan retro vade!


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Non nascondete i cavi dopo aver bevuto due vodka

 

Questa mattina cercavo i cavi ai frutti di bosco che ieri sera ho noleggiato per tre giorni da un salumiere curdo che per hobby scrive short stories porno. Ci sono quasi diventato matto, ho guardato in ogni dove, anche nel reparto sanguisughe del frigo, alla fine mi sono ricordato che li avevo riposti accanto alla copia autografata del De Rerum Natura. Sollevato, ho rinunciato a uscire di casa perché non riuscivo a infilarmi le scarpe, e camminare a piedi nudi sui carboni ardenti non è mai consigliabile, dopo aver mangiato note a margine per colazione.

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venerdì 2 settembre 2016

Aridaje con Charlie

Passa il tempo e siamo sempre qui a parlare di Charlie Hebdo. Tralasciando il fatto che i giornalisti e i disegnatori che vi lavoravano sono stati trucidati pochi mesi fa da un branco di fanatici, il punto è che la satira non può avere limiti quindi può, sì, scherzare su tutto, anche sulla morte. Anzi: deve. Se ha limiti, non siamo in un paese libero. Quando un disegnatore o un giornalista commettono un reato, possono e devono essere applicate le leggi che già esistono: tutto il resto è fuffa, ipocrisia bella e buona. Una vignetta può essere bella o brutta, può far ridere una persona e non piacere a un'altra, può anche indignare o scandalizzare persone bigotte o sensibili o prive di senso dell'umorismo, ma la libertà di pensarla e di pubblicarla non può essere messa in discussione. Quella sui terremotati italiani è bruttina, ma il diritto di realizzarla è incontestabile. E' inutile che facciamo finta di essere tutti Charlie Hebdo quando nel mirino ci sono i musulmani se poi ci indigniamo quando prendono di mira il terremoto di casa nostra. Riflettiamo piuttosto sul fatto che è crollata una scuola, e che in generale , nella gestione dei finanziamenti, sta emergendo un bel po' di marcio come di solito accade in Italia quando si scava in cerca della verità: queste sono cose che meriterebbero indignazione, e rivoluzioni, non una vignetta bella o brutta. Chi la vuole vietare è illiberale, e a noi gli illiberali non piacciono. Preferiamo di gran lunga vignette dure o sgradevoli, anche se magari meno riuscite di altre.

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